B & B in Emilia Romagna: non sempre serve la partita Iva

Ago 8, 2017

E’ arrivata l’estate e l’idea che più ci passa per la mente è che la zona di Bologna sta diventando sempre più meta turistica, ma non sempre è facile trovare un alloggio.

Esistono soluzioni anche molto semplici, anche senza aprire la partita iva,  per poter mettere a disposizione qualche camera della propria residenza, offrire alloggio e prima colazione e arrotondare le proprie entrate.
La legge della nostra regione indica i requisiti minimi: le stanze destinate a questa attività devono essere al massimo 3 e con un massimo di 6 posti letto (più un eventuale letto per i minori di 12 anni) e devono possedere i requisiti igienico-sanitari previsti per l’uso abitativo.
Nel caso sia utilizzata per l’accoglienza più di una stanza, dovrà essere garantita la disponibilità di due servizi igienici.
Il B&B deve essere esercitato nella propria abitazione di residenza e non è obbligatoria la frequenza di corsi regionali.

Quando non si ha la partita iva l’attività deve avere un carattere saltuario (con un limite annuo di giornate di apertura stabilite dalla Regione) e gli adempimenti sono veramente ridotti al minimo: il privato che vuole esercitare questa l’attività, deve presentare la denuncia d’inizio attività al proprio Comune. Non occorre l’iscrizione al Registro delle Imprese e l’attività non è soggetta all’applicazione dell’IVA e al conseguente obbligo di apertura di partita IVA. I clienti devono essere registrati entro 24 ore e deve essere fatta la comunicazione telematica alle autorità competenti.

L’esercente privato è tenuto a comunicare entro il 1 ottobre di ogni anno al Comune e alla Provincia, il periodo di apertura dell’attività ed i prezzi massimi; occorre inoltre comunicare alla Provincia il movimento degli ospiti su apposito modulo e secondo le modalità indicate dall’ISTAT.

Consigliamo un bel sito web e tante brochures di tutte le belle visite e iniziative che nella nostra zona è possibile fare, a partire da quelle naturalistiche, storiche e culturali.

 

Foto Stefano Trevisiol